giovedì 21 gennaio 2010

CRISI!



Puoi camminare e camminare, puoi cercare di fuggire, di correre più veloce delle voci, delle notizie, del vento.. ovunque tu andrai sentirai: CRISI!
Ho pensato fosse un'invenzione, lo giuro. Fino a poco tempo fa, a chi me ne parlava rispondevo: “Ma va, non è vero, la mettono giù tragica... io non la vedo, non la sento”.
Ed era vero, non la vedevo e non la sentivo, vivendo in un mondo costruito intorno a me, non mi rendevo conto di come stavano le cose. Era facile. Ti svegli la mattina, ricca colazione, un pò di musica mentre fai la doccia, e poi vestito e profumato, con calma ti incammini verso l'aula studio... stai nel tuo mondo, vedi altri che come te non la sentono, non la vedono. La giornata passa tranquilla, dopo lo studio (intervallato da pausa caffè, seguito da sacrosanta sigaretta per i nicotina-dipendenti) calcetto con gli amici, o piscina per rimanere in forma, o aperitivo, o tutti e due. I soldi vanno, fluidamente entrano ed escono dalle tue tasche senza che tu ti faccia troppe domande. Solo cerchi di amministrarli, questo si... e allora ritorni a quei piccoli sacrifici che cercava di inculcarti il Don che ti faceva catechismo, e calcoli: oggi niente aperitivo e niente piscina (rinuncia che è quasi un piacere), così domani ho più soldi per far serata, o per andare a teatro, o al cinema, o a cena al libanese. E così via, ogni settimana, lo studio è il tuo dovere, chi se ne fotte della crisi!

Ora cammino e cammino, cerco di correre più veloce, di lasciarmela alle spalle.. c'è ancora: CRISI!
Ti serve poco, un investimento in cartacce dove riassumi il tuo passato di studente/lavoratore/persona e tanta buona volontà. Sorridente e positivo mi incammino per le strade della città. C'è chi si fa un piano ben preciso e chi invece come unico piano ha quello di provare ad entrare per qualsiasi porta. Qualsiasi lavoro va bene, voglio dei soldi, voglio essere indipendente!
Entro in un bar, deserto, quasi imbarazzato mi avvicino al bancone, il titolare si aspetta la richiesta di un caffè, una coca-cola, una birra, pensa: “questo ha la faccia di uno che vuole organizzare una festa di compleanno”.. e invece no, si fissa nella mia mano, dove tengo il malloppo di cartacce. Domandando lavoro, per il fine settimana, come extra, quando hanno bisogno, la risposta dei titolari è sempre la stessa: “In questo momento siamo al completo, magari più avanti avremo bisogno di un aiuto (solo in questo andiamo d'accordo, avremmo lavoro entrambi), se vuoi puoi lasciarmi il tuo curriculum”.
Cammino per chilometri, scopro scorci bellissimi della città in cui vivo, luoghi che forse non avrei mai visto, apro porte e le richiudo alle mie spalle, il mio sorriso è sempre meno efficace, sempre meno sincero, le gambe sempre più pesanti, l'animo sempre più scoraggiato... ora la sento, la vedo benissimo: CRISI!

Quando ritorno verso casa, camminando sulle mie gambe, perché anche l'autobus a volte sembra troppo caro, o forse per la mia abitudine a non mollare mai, penso.. mi piace fantasticare su un mondo differente.
E se un giorno ci svegliassimo e scoprissimo che quei pezzi di carta con delle cifre scritte sopra non esistono.. Voi cosa fareste? Io ci ho pensato. Se ci fosse sempre un posto libero per tutti, io farei ogni giorno (o quasi) una cosa differente. Anche se potesse sembrare inutile. Per esempio, un giorno mi sono svegliato e avrei voluto trasportare due secchi d'acqua sostenuti da un palo appoggiato sulle mie spalle, e con un cappello di paglia, parlando una strana lingua, camminare in mezzo alla gente che affollava un mercato di artigiani. Non so se il bello fosse parlare un'altra lingua o vedere tutti quegli artigiani, ma solo immaginandomelo mi sono sentito bene.
Primo Levi disse che “se si escludono istanti prodigiosi e singoli, che il destino ci può donare, amare il proprio lavoro (che è purtroppo un privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione alla felicità sulla terra”, allora io, visto che non so quale sia questo lavoro che tanto amo, cerco di mantenere vivi quegli istanti prodigiosi e singoli. E lasciando volare l'immaginazione continuo a crearne per conto mio, e con il sorriso sulle labbra continuo a camminare per queste strade, ad aprire porte e a vedere che succede.. perché una crisi non ci impedisce di sognare.