giovedì 1 ottobre 2009


Sono passate molte settimane dall'ultima volta che ho scritto, e sono successe molte cose. Ora vivo a Granada!
L'arrivo è stato abbastanza stravagante, a bordo di una C2 (come sapete abbastanza piccola) carica fino all'ultimo centimetro cubico disponibile. Io e Ainhoa sembravamo la famiglia degli anni 60 in viaggio verso la casa al mare a bordo della propria 500. Dopo esserci persi svariate volte grazie alle cartine stampate da ViaMichelin, siamo riusciti ad incamminarci per la retta via ed arrivare a Granada.
Eravamo già stati qui nel mese di Giugno, ed eravamo riusciti ad accaparrarci una casa accogliente e spaziosa al settimo piano di un palazzo, in una via secondaria della Plaza de Toros. La nostra stanza è l'ex salone della casa, molto spaziosa e munita di camino che quando farà freddo metteremo alla prova. Condividiamo l'appartamento con altri due studenti, Antonio e Raquel, che sono cugini. Se devo essere sincero faccio un po' fatica a capirli, siamo molto diversi, ma spero le cose vadano bene.
La zona dove abitiamo è molto movimentata e giovane, infatti molti studenti vivono da queste parti o semplicemente la frequentano per i numerosi bar di tapas che ci sono (Con 4 euro circa, si possono bere due birre e il cibo è incluso nel prezzo).
La città di Granada è ricca di fascino e storia, molti edifici del centro mostrano molto chiaramente l'influenza araba sull'architettura e l'arte di Granada. L'Alhambra è l'immagine icona della città,è un antico palazzo/fortezza che domina la città dall'alto di una collina e ogni giorno turisti provenienti da tutta Europa vengono a visitarla. L'atmosfera che si respira nei suoi cortili e giardini è di assoluta armonia.
La vita qui a Granada scorre lentamente, la gente gode di una apparente calma e da l'impressione di essere rilassata. Tuttavia percorrendo le strade trafficate si assiste spesso e volentieri a dimostrazioni di ira e impazienza nei confronti degli altri automobilisti, e il rumore del clacson domina la scena.
In questa città, dalle mille forme e dai mille colori, si può assistere a scene molto curiose. Passeggiando per le strade si può notare una autentica convivenza di persone ben vestite e ordinate con persone molto stravaganti e pittoresche, ma la seconda tipologia richiama maggiormente la mia attenzione.
Muovendomi a piedi in lungo e in largo ho avuto modo di osservare molte cose (quella che salta subito all'occhio, o per meglio dire al naso, è l'odore di Marijuana che si respira per le strade.. qui sembra che tutti abbiano la propria piantina, e il mio vicino di casa ne ha un vero e proprio arsenale, almeno 15!), persone e dinamiche sociali che nelle realtà in cui avevo vissuto fino ad ora non ho avuto modo di affrontare. Qui ad esempio è consuetudine andare al supermercato e trovare persone, anche di giovane età che chiedono l'elemosina seduti per terra e accompagnati dal loro zaino/casa. Mi è capitato di vedere ragazzi passare il tempo giocando a scacchi e bevendo liquori, una mattina, mentre chiedevano l'elemosina al lato di un supermercato. Mi è sembrato abbastanza triste e immaginarmi nei loro panni mi ha provocato un senso di vuoto.
Una delle figure più enigmatiche della città sono i “Gorrillas”, questi personaggi si spargono per le strade appropriandosi della propria zona e dopo aver (inutilmente e con segnali insensati) aiutato le persone nelle manovre di parcheggio, chiedono una moneta. Le persone sono solite cedere, altrimenti potrebbero trovare un regalo sulla carrozzeria della macchina al loro ritorno. Tutte queste cose ed altre ancora che vi racconterò mi hanno fatto arrivare alla conclusione che vivere qui è bello, ma sentirò sicuramente il bisogno di cambiare.
L'ultima cosa che voglio raccontare è che dopo aver ricevuto la visita di mio fratello Omar, di Stizzy e la Ale, ho trovato un lavoro! Adesso lavo i piatti e a volte faccio le pizze in uno dei ristoranti più frequentati dell'Albaicin, il quartiere più caratteristico della città. Il ristorante sta a una mezz'ora a piedi da casa mia, è un po' pesante, ma le stradine strette e calde del quartiere danno un tocco di magia alla mia “passeggiata” quotidiana. Per queste strade frequentate da turisti e artisti è facile fare incontri particolari, dal suonatore di chitarra spagnola che canta flamenco, al turista che smarrito nel labirinto di vicoletti. Al ristorante “Giardines de Zoraya” ogni sera vanno in scena gruppi di flamenco, due spettacoli, e devo dire che a me questo tipo di musica, ricco di storia e tradizione locale, mi ha un po' rotto le orecchie.
Un'altra cosa curiosa del lavoro è lo spagnolo che si parla, un miscuglio di lingue e dialetti di ogni sorta. Il padrone francese, la sua compagna svedese, il pizzaiolo ceco, un cameriere napoletano che si limita a pronunciare parole in spagnolo senza curarsi dell'accento, lo chef (vegetariano e quindi un disastro nel cucinare carne e pesce, piatti che non assaggia mai) nativo di malaga e con un vocabolario tutto suo, gli altri dipendenti francesi e granadini (celebri per mangiarsi intere parole del castigliano corretto) e io, che ancora sto imparando ad esprimermi al meglio e per fortuna dicono.. non ho accento. Sembra mi sia messo nella giusta carreggiata.
Per il momento vivo la giornata attendendo e sperando (come mai avrei immaginato) di avere un orario di lezioni da seguire e dei libri da studiare.. e questo la dice lunga sulla mia attuale situazione lavorativa.