martedì 7 dicembre 2010

Balla con me.


Non dirmi che mi ami, se ti capitasse di sentirlo.
Non dirlo neanche se ti venisse voglia di dirlo.
Saranno i tuoi occhi, il tuo sorriso che mi accoglie quando ci incontriamo,
che me lo diranno.
Non dire niente, così niente potrà cambiare.
Viviamo liberi, liberi ci incontriamo nella nostra dimensione...
non dargli un nome,
così niente potrà cambiare.
Guardami, baciami, vivimi... e dimmi nell'orecchio:"Ti voglio bene".
E' proprio questo che non si può cambiare.

giovedì 21 ottobre 2010

Esaltazione e bronci vari...


Ma perché vedo soprattutto facce serie? Perché camminare per strada significa avvelenarsi le orecchie con i vostri clacson insistenti? Perché non vi lasciate andare nemmeno quando uscite a divertirvi?
Cammini per le strade e li vedi dappertutto, gli esaltati. La più alta concentrazione affolla i semafori la mattina, all'ora di punta. Quello davanti è assonnato, sbadiglia, l'occhio si chiude per un millesimo di secondo e.... l'esaltato suona il clacson. E' verde! E' automatico: sbadiglio da ippopotamo, occhio chiuso, verde! Com'è possibile? Chi controlla questi avvenimenti? Come quando uno si accende la sigaretta alla fermata del tram e all'improvviso... arriva il tram! E' sbalorditivo. Io, ogni volta che aspetto alla fermata spero in qualche tabagista nelle vicinanze, ma a quel punto, quando questo mio pensiero è cosciente, la sigaretta se la fuma tutta. Potrebbe farsene anche un'altra.
L'esaltato l'ho trovato anche sul tram, incredibile! Sei italiano, sulla cinquantina, hai un appuntamento imminente. E prendi il tram? Sulla linea che passa per le vie del centro? Te la sei cercata allora. Armati di pazienza! A quell'età non ti sei ancora reso conto che i mezzi pubblici di mattina viaggiano in ritardo?? Provata la carenza d'intelletto degli esaltati. La cosa bella è che quest'uomo ha scaricato la sua frustrazione sul conducente, colpevole secondo lui di beccare tutti i semafori rossi. Ha ragione, guarda te se oggi giorno si può essere tanto incapaci da beccarli tutti rossi, vergogna!
Supermercato. Altro contesto, stesso risultato. L'isterica (stavolta una donna) solitamente è quella che senti sbuffare alla cassa come un toro che carica il torero. Ma non è con te che si è incazzata, non preoccuparti, è incazzata con la promozione con la quale avrebbe potuto vincere delle tazze di porcellana. E' scaduta ieri quella stronza! Allora chiede spiegazioni, quelle tazze sono troppo importanti per lei, ha già detto alle sue amiche di averle nella vetrina del salotto. “Esiste un'altra maniera per averle?” Ma ecco che ne spunta un altro dietro di te.. sembra parli da solo, ma in realtà ha una specie di paraorecchie che lampeggia, al quale parla del “Self Liquidating Loan”(1). Ha l'aria di uno con un sacco di cose da fare, infatti in tempo zero lo puntualizza: “Signora, per cortesia... non ho tempo da perdere, io”. E io si?!? No. Nessuno ne ha, ma non siamo tutti degli spacca maroni!
E per finire, la discoteca. Uno pensa che uscire di sera sia una maniera per rilassarsi, scaricare le tensioni che si accumulano nella vita diurna, socializzare con nuova gente, divertirsi insomma. Invece no, c'è anche quello che esce dimenticandosi il sorriso sulla scrivania, quello che se gli calpesti un piede è pronto come minimo ad ammonirti guardandoti in cagnesco, affrettandosi a pulirsi la scarpa. E tu pensi:”Che cazzo hai le scarpe d'oro?”. Ma escono anche le cosiddette “acidelle”, quelle che quando un ragazzo le avvicina per parlare hanno sempre la risposta pronta: “Sono fidanzata”. E quindi sei morta? Sei venuta a una festa perché ti si è rotto lo stereo?
Forse devo ringraziarvi, cari membri di questa categoria sempre più numerosa, mi fate apprezzare quelle persone capaci di autoironia, di gesti gentili, di entusiasmo. Forse, non sapete di essere già morti... dentro.

*(1) Self Liquidating Loan, forma di finanziamento a breve termine richiesta per disporre di capitale circolante, il cui rimborso avviene attraverso la trasformazione in contante delle scorte aziendali durante la gestione operativa. (copiato di sana pianta, tanto per dare un tono sofisticato al tipo del supermercato)

Questo pezzo è un invito a rilassarsi, e non prendersi troppo sul serio. Cerchiamo di vivere la vita con un sorriso. ;)

lunedì 20 settembre 2010

Recuerdos eTiernos


Puedo escribir los versos más tristes esta noche.
Escribir, por ejemplo : 'La noche está estrellada,
y tiritan, azules, los astros, a lo lejos'.
El viento de la noche gira en el cielo y canta.
Puedo escribir los versos más tristes esta noche.
Yo la quise, y a veces ella también me quiso.
En las noches como ésta la tuve entre mis brazos.
La besé tantas veces bajo el cielo infinito.
Ella me quiso, a veces yo también la quería.
Cómo no haber amado sus grandes ojos fijos.
Puedo escribir los versos más tristes esta noche.
Pensar que no la tengo. Sentir que la he perdido.
Oir la noche immensa, más inmensa sin ella.
Y el verso cae al alma como al pasto el rocío.
Qué importa que mi amor no pudiera guardarla.
La noche está estrellada y ella no está conmigo.
Eso es todo. A lo lejos alguien canta. A lo lejos.
Mi alma no se contenta con haberla perdido.
Como para acercarla mi mirada la busca.
Mi corazón la busca, y ella no está conmigo.
La misma noche que hace blanquear los mismos arboles.
Nosotros, los de entonces, ya no somos los mismos.
Ya no la quiero, es cierto pero cuánto la quise.
Mi voz buscaba el viento para tocar su oído.
De otro. Será de otro. Como antes de mis besos.
Su voz, su cuerpo claro. Sus ojos infinitos.
Ya no la quiero, es cierto, pero tal vez la quiero.
Es tan corto al amor, y es tan largo el olvido.
Porque en noches como ésta la tuve entre mis brazos,
mi alma no se contenta con haberla perdido.
Aunque ésta sea el último dolor que ella me causa,
y éstos sean los últimos versos que yo le escribo.

Pablo Neruda

martedì 7 settembre 2010

Vento di Tramontana


Il cambiamento è arrivato subito. Netto. Radicale. Nuova città, nuova casa, nuova squadra, nuova Università, nuovi profumi, nuovi suoni, nuovi ritmi e una parte di cuore che se ne va. Nella testa e nell'anima solo la consolazione di una scelta ragionata, presa anche per favorire e assecondare il cambiamento. Non è mai facile fare certe scelte, ma a volte in questa strana vita i sogni sembrano irraggiungibili, e lasciano spazio ad altri che invece appaiono reali. A volte veniamo invasi da esigenze che non si possono evitare, ed è giusto lasciarsi trasportare. Ho imparato che nella vita è bene cercare di soddisfare le proprie aspettative. Nel momento in cui riusciamo ad essere soddisfatti, sarà ora di provare a completare il proprio cuore. Altrimenti, ci sarà sempre una piccola parte di noi che rivendicherà quell'aspettativa, ci consumerà da dentro, fino ad esplodere.
Quindi che sia tu o l'altra metà, o entrambi, ad avere bisogno di provare a cercare la propria strada, è bene che lo facciate. La vita è una (forse)e va vissuta bene, facendo delle scelte nel momento in cui servono. Ognuno di noi vale tanto, non è giusto limitarci. E se il tempo fosse chi da ragione alle nostre scelte, sarebbe bello incontrarti ancora su una strada che ci porti nella stessa direzione. Sarei pronto a scommettere di nuovo tutto, ma forse questo non è proprio il momento.

Ti abbraccerò forte quando ci vedremo, come si abbraccia una persona cara. Ma mentre stacco alcuni attimi dalla parete, sento freddo... solo in questo istante mi rendo conto che, ormai, siamo uno Stupendo Ricordo.

sabato 4 settembre 2010

Iniziare a studiare alle 18:00 di sabato pomeriggio!


Avete mai pensato a quanto sia importante il cambiamento nella vita delle persone? E quanto è importante stare bene con se stessi per stare bene anche con gli altri?
Io sento sempre questo bisogno di cambiare. Di esplorare, nuovi luoghi e nuove sensazioni. L'ho fatto nel piccolo della mia vita, quasi sempre, e forse sarà proprio la cosa che contraddistinguerà la mia esistenza. Quando mi metto alla prova, sento nell'aria un profumo diverso, sento che posso fare ciò che voglio.
Sono appena arrivato a Torino e questo profumo l'ho sentito forte, nelle piccole cose, come camminare per la strada e osservare i luoghi e le persone che mi circondano. Ammetto che ogni volta che cambio qualcosa della mia vita, una città piuttosto che un lavoretto, sono un pò spaventato. Come si dice: "Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa cosa lascia ma non ciò che trova". E l'ignoto fa un pò paura effettivamente, ma è questa sensazione che tira fuori il massimo da noi stessi. Sai che la vittoria o la sconfitta dipendono solo da te. Che se vuoi raggiungere il tuo obbiettivo te lo devi guadagnare. A volte ci sentiamo più sicuri con tutto ciò che ci serve a portata di mano, ci accontentiamo anche se non stiamo bene con noi stessi. Questa cosa si trasmette agli altri, volontariamente o no. Possiamo fare finta di essere contenti di noi stessi, ma perché dobbiamo soffrire quando basta un pò di coraggio e di incoscienza per toglierci da quella fossa e ricominciare a correre verso qualcosa che forse non raggiungeremo mai. Credo che valga la pena tentare di correre. Come dice mia madre:"Quando la morte arriverà a prendermi, dovrà trovarmi viva". E non dimenticherò mai questo semplice insegnamento.
Tutto questo per dire che ho paura, di molte cose, in questo momento, ma preferisco correre verso una meta che forse non raggiungerò mai piuttosto che accontentarmi di ciò che la ragione e i luoghi comuni dicono di fare. E anche se ammetto che ci sono momenti in cui mi incanalo come tutti gli altri sui binari scelti dalla società (vedi diplomi, università, e questo genere di cose), la mia indole mi porterà a cercare il cambiamento che mi terrà vivo. Per offrirmi agli altri con una luce positiva.

domenica 28 marzo 2010

PieRre


Sono tempi duri. Nessuno è contento. Il governo Zapatero riceve accuse sulle manovre anticrisi, sembra che la disoccupazione aumenterà ancora... non ti scoraggiare, la CERVECERIA HAMELIN è qui per aiutarti.
Lavoro ormai da quasi due mesi come PR per questa piccola birreria di calle Elvira, una delle vie più caratteristiche di Granada.
Il mestiere di PR è un'arte qui in Spagna, soprattutto di questi tempi in cui trascinare gente dentro il locale sembra difficile quanto scalare una montagna. La gente è un po' svogliata e preferisce tenere i pochi danari che possiede nelle proprie confortevoli tasche. La risposta più frequente ad una proposta di un PR è: No grazie, un altro giorno.
E' in questo clima di aridità economica che decine di giovani PR si contendono i pochi gruppi di studenti o turisti in festa. A colpi di chupiti gratis e prezzi stracciati si tenta di convincerli, non dimenticando mai di sorridere. Ognuno di noi ha il proprio stile, ma solitamente i più agguerriti sono quelli pagati per commissione, che se non riescono a spingere nessuno al bancone del bar se ne tornano a casa a mani vuote.
La CERVECERIA HAMELIN è unica nel suo stile, ogni sera un gruppo di gitani anima il bar con un flamenco verace e rustico, che coinvolge soprattutto i turisti. L'entrata è gratis e in più si può gustare un fresco Mojito al prezzo di 2 euro. Questo è quello che continuiamo a ripetere, come un disco incantato, noi PR dell'Hamelin.
In questi due mesi ho lavorato con un sacco di persone diverse, a volte nei quattro giorni settimanali di lavoro, le mie colleghe cambiavano ogni giorno.
C'era chi non vedeva l'ora di andarsene e passava il tempo a sbuffare, chi senza quasi parlare distribuiva i volantini e anche chi ha trovato un lavoro migliore ed è scappato.
Io rimango lì, tutto sommato il lavoro è divertente, e con l'arrivo della bella stagione dovrebbe essere migliore.
I miei attuali colleghi sono simpatici, una ragazza italiana che inventa parole Andaluz, una coppia appassionata di teatro che tenta di captare la gente con scenette, e una seria ragazza marocchina che compare ogni tanto.
Sembra che il capo dia lavoro a tutti e data la sua scarsa memoria si dimentichi poi di avere o no licenziato qualcuno, passando così le sue giornate a chiamare i dipendenti per confermare l'orario di lavoro. Se cerchi un'occupazione non esitare, il vecchio Santiago è qui per aiutarti.

giovedì 21 gennaio 2010

CRISI!



Puoi camminare e camminare, puoi cercare di fuggire, di correre più veloce delle voci, delle notizie, del vento.. ovunque tu andrai sentirai: CRISI!
Ho pensato fosse un'invenzione, lo giuro. Fino a poco tempo fa, a chi me ne parlava rispondevo: “Ma va, non è vero, la mettono giù tragica... io non la vedo, non la sento”.
Ed era vero, non la vedevo e non la sentivo, vivendo in un mondo costruito intorno a me, non mi rendevo conto di come stavano le cose. Era facile. Ti svegli la mattina, ricca colazione, un pò di musica mentre fai la doccia, e poi vestito e profumato, con calma ti incammini verso l'aula studio... stai nel tuo mondo, vedi altri che come te non la sentono, non la vedono. La giornata passa tranquilla, dopo lo studio (intervallato da pausa caffè, seguito da sacrosanta sigaretta per i nicotina-dipendenti) calcetto con gli amici, o piscina per rimanere in forma, o aperitivo, o tutti e due. I soldi vanno, fluidamente entrano ed escono dalle tue tasche senza che tu ti faccia troppe domande. Solo cerchi di amministrarli, questo si... e allora ritorni a quei piccoli sacrifici che cercava di inculcarti il Don che ti faceva catechismo, e calcoli: oggi niente aperitivo e niente piscina (rinuncia che è quasi un piacere), così domani ho più soldi per far serata, o per andare a teatro, o al cinema, o a cena al libanese. E così via, ogni settimana, lo studio è il tuo dovere, chi se ne fotte della crisi!

Ora cammino e cammino, cerco di correre più veloce, di lasciarmela alle spalle.. c'è ancora: CRISI!
Ti serve poco, un investimento in cartacce dove riassumi il tuo passato di studente/lavoratore/persona e tanta buona volontà. Sorridente e positivo mi incammino per le strade della città. C'è chi si fa un piano ben preciso e chi invece come unico piano ha quello di provare ad entrare per qualsiasi porta. Qualsiasi lavoro va bene, voglio dei soldi, voglio essere indipendente!
Entro in un bar, deserto, quasi imbarazzato mi avvicino al bancone, il titolare si aspetta la richiesta di un caffè, una coca-cola, una birra, pensa: “questo ha la faccia di uno che vuole organizzare una festa di compleanno”.. e invece no, si fissa nella mia mano, dove tengo il malloppo di cartacce. Domandando lavoro, per il fine settimana, come extra, quando hanno bisogno, la risposta dei titolari è sempre la stessa: “In questo momento siamo al completo, magari più avanti avremo bisogno di un aiuto (solo in questo andiamo d'accordo, avremmo lavoro entrambi), se vuoi puoi lasciarmi il tuo curriculum”.
Cammino per chilometri, scopro scorci bellissimi della città in cui vivo, luoghi che forse non avrei mai visto, apro porte e le richiudo alle mie spalle, il mio sorriso è sempre meno efficace, sempre meno sincero, le gambe sempre più pesanti, l'animo sempre più scoraggiato... ora la sento, la vedo benissimo: CRISI!

Quando ritorno verso casa, camminando sulle mie gambe, perché anche l'autobus a volte sembra troppo caro, o forse per la mia abitudine a non mollare mai, penso.. mi piace fantasticare su un mondo differente.
E se un giorno ci svegliassimo e scoprissimo che quei pezzi di carta con delle cifre scritte sopra non esistono.. Voi cosa fareste? Io ci ho pensato. Se ci fosse sempre un posto libero per tutti, io farei ogni giorno (o quasi) una cosa differente. Anche se potesse sembrare inutile. Per esempio, un giorno mi sono svegliato e avrei voluto trasportare due secchi d'acqua sostenuti da un palo appoggiato sulle mie spalle, e con un cappello di paglia, parlando una strana lingua, camminare in mezzo alla gente che affollava un mercato di artigiani. Non so se il bello fosse parlare un'altra lingua o vedere tutti quegli artigiani, ma solo immaginandomelo mi sono sentito bene.
Primo Levi disse che “se si escludono istanti prodigiosi e singoli, che il destino ci può donare, amare il proprio lavoro (che è purtroppo un privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione alla felicità sulla terra”, allora io, visto che non so quale sia questo lavoro che tanto amo, cerco di mantenere vivi quegli istanti prodigiosi e singoli. E lasciando volare l'immaginazione continuo a crearne per conto mio, e con il sorriso sulle labbra continuo a camminare per queste strade, ad aprire porte e a vedere che succede.. perché una crisi non ci impedisce di sognare.