domenica 30 gennaio 2011

Racconti per pensare...


Questa è la storia di un uomo che io definirei come un cercatore....
Un cercatore è qualcuno che cerca; non necessariamente qualcuno che trova.
Non è neanche qualcuno che, necessariamente, sa che cosa sta cercando. E' semplicemente qualcuno che considera la sua vita come una ricerca.
Un giorno, il cercatore sentì che doveva andare verso la città di Kammir. Aveva appreso a fare rigorosamente caso a queste sensazioni che venivano da un luogo sconosciuto a se stesso. Così lasciò tutto e partì.
Dopo due giorni di cammino, vide, in lontananza, Kammir. Poco prima di arrivare in città, una collina alla destra del sentiero chiamò molto la sua attenzione. Era tappezzata di un verde meraviglioso e c'erano un sacco di alberi, uccelli e fiori incantevoli. Era completamente circondata da una recinzione di legno.
Una porticina di bronzo lo invitava ad entrare.
Presto, sentì che stava dimenticando la città e cedette alla tentazione di riposare in quel luogo.
Il cercatore attraversò la porta e inizio a camminare lentamente tra le pietre bianche distribuite a caso, tra gli alberi.
Lasciò che i suoi occhi si posassero come farfalle in ogni dettaglio di quel paradiso multicolore.
I suoi occhi erano quelli di un cercatore, e forse per questo scoprì quella scritta su una delle pietre:

Abdul Tareg, visse 8 anni, 6 mesi, 2 settimane e 3 giorni.

Si sorprese un poco al rendersi conto che quella pietra non era semplicemente una pietra: era una lapide.
Sentì pena pensando che un bambino di un'età tanto breve era interrato in quel posto.
Guardandosi intorno, l'uomo si rese conto che anche la pietra accanto aveva un inscrizione. Si avvicinò a leggerla. Diceva:

Yamir Kalib, visse 5 anni, 8 mesi e 3 settimane

Il cercatore si sentì terribilmente commosso.
Quel luogo bellissimo era un cimitero, e ogni pietra era una tomba.
Una ad una, iniziò a leggere le lapidi.
Tutte avevano inscrizioni simili: un nome e il tempo di vita esatto del morto.
Però quello che più lo colpì fu appurare che quello che aveva vissuto più tempo sorpassava appena gli undici anni....

Invaso da un dolore incredibile, si sedette e si mise a piangere.

Il custode del cimitero passava di lì e si avvicinò.
Lo guardò piangere per un attimo in silenzio e poi gli chiese se piangeva per un familiare.
-No, per nessun familiare- disse il cercatore-. Cosa succede in questo paese? Che cose terribili ci sono in questa città? Perché ci sono così tanti bambini morti interrati in questo luogo? Qual'è l'orribile maledizione che colpisce questa gente, che li ha obbligati a costruire un cimitero di bambini?

L'anziano sorrise e disse:

-Può rasserenarsi. Non c'è nessuna maledizione. E' solo che qui abbiamo una vecchia usanza. Gliela racconterò.....:

“Quando un giovane compie 15 anni, i suoi genitori gli regalano un libricino come quello che ho qui, affinché se lo porti sempre al collo. E' tradizione tra di noi che, a partire da quel momento, ogni volta che uno gode intensamente di qualcosa, apra il libricino e annoti:

A sinistra, di cosa ha goduto.
A destra, quanto tempo durò la gioia.

Conobbe la sua fidanzata e si innamorò di lei. Quanto tempo durò questa enorme passione e il piacere di conoscerla? Una settimana? Due? Tre settimane e mezza....?
E poi, l'emozione del primo bacio, il meraviglioso piacere del primo bacio... Quanto durò? Il minuto e mezzo del bacio? Due giorni? Una settimana?
E la gravidanza e la nascita del primo figlio....?
E il matrimonio degli amici?
E il viaggio più desiderato?
E l'incontro con il fratello che torna da un paese lontano?
Quanto tempo durò il godere di queste situazioni?
Ore? Giorni?

Così, annotiamo nel libricino ogni momento di cui godiamo... ogni momento.

Quando qualcuno muore,
è nostra abitudine
aprire il suo libricino
e sommare il tempo di cui ha goduto
per scriverlo sulla sua tomba.
Perché questo è per noi
l'unico e vero "TEMPO VISSUTO".


Jorge Bucay


Ho trovato questo racconto nei documenti del mio pc. Tradotto in Italiano per farlo leggere a mia mamma. Sarebbe bello se anche a noi avessero messo quel quadernetto al collo... chissà a che età sarebbe il nostro tempo vissuto??
Io rileggendo il mio diario, penso di essere fortunato. Dalle cose che ho scritto, non posso calcolare il tempo, ma posso affermare di avere avuto molti bei momenti fino ad ora, e averli condivisi con persone speciali. Provate a pensare a volte, al vostro vero tempo vissuto.

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